Assemblea delle Assemblee della CGIL - intervento Segretario Provinciale Silp CGIL Matera
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Fonte Foto CGIL |
Cari Lavoratori,
In un periodo in cui la sicurezza e il benessere dei lavoratori sono messi alla prova ogni giorno, è fondamentale unire le forze per difendere i diritti di chi, con impegno e sacrificio, si dedica alla protezione della nostra comunità. Oggi voglio parlarvi di un tema che ci riguarda tutti: il lavoro delle forze dell'ordine e la battaglia per la giustizia sociale. L'intervento che seguirà non riguarda solo il settore della polizia, ma l'intera società. È un richiamo a una riflessione collettiva su ciò che significa vivere e lavorare in un contesto che riconosca il valore di ogni cittadino e il diritto a una vita dignitosa.
Il nostro impegno oggi è per il cambiamento. Un cambiamento che va oltre le parole, che si traduce in azioni concrete. Vi invito quindi a leggere con attenzione e a unirvi a questa causa, perché solo insieme possiamo fare la differenza.
Ho avuto l'onore di partecipare e intervenire all'Assemblea delle Assemblee della CGIL, dove il SILP CGIL della Basilicata era presente per un'importante riflessione collettiva sui temi fondamentali dei referendum. Di seguito il mio intervento
Cari Delegate e Delegati,
Oggi siamo qui insieme per avviare una campagna
referendaria che segna un passo fondamentale nella lotta per il lavoro e la
cittadinanza, temi che toccano profondamente le nostre vite e il nostro impegno
quotidiano. Come Segretario Provinciale del Silp Cgil di Matera (Sindacato
Italiano Lavoratori Polizia), sono onorato di partecipare a questa riflessione
collettiva, perché ciò che stiamo affrontando non riguarda solo un settore, ma
l’intera comunità e il nostro futuro.
La sicurezza sociale, come sappiamo, non può
essere separata dalla dignità di chi lavora. Le forze dell’ordine, che ogni
giorno garantiscono la sicurezza di tutti noi, si trovano in una condizione di
grave difficoltà. Questo non è solo un problema di carenza di organico, ma una
questione di salario, di riconoscimento e di giustizia sociale.
Il contratto recentemente sottoscritto per le
forze di polizia, come ha sottolineato il nostro Segretario Generale Pietro
Colapietro, non risponde alle necessità fondamentali dei lavoratori della
Polizia di Stato. L’aumento salariale previsto non copre nemmeno l’inflazione,
costringendo il nostro personale a lavorare in condizioni che mettono a rischio
non solo la loro sicurezza, ma anche quella delle loro famiglie. Eppure, la
risposta della politica è stata quella di ampliare i poteri delle forze dell’ordine,
senza però migliorare le condizioni di vita e di lavoro. Noi non chiediamo
poteri in più, non chiediamo scudi penali, ma tutele reali per chi serve lo
Stato ogni giorno.
Non è facile quando l’attenzione su questi temi è
spesso dettata da ragioni elettorali. Questo incide anche sulla serenità di chi
svolge il nostro lavoro, che è già compromessa. Non è pensabile far lavorare i
poliziotti per due o tre turni al giorno per compensare la carenza di organico.
Pagare lo straordinario solo 6 euro l’ora, corrisponderlo dopo due anni, e
affermare la vicinanza alle forze dell’ordine non basta. Non è possibile
riconoscere l’importanza della nostra professione e poi pagare un festivo solo
14 euro lordi.
Serve un impegno concreto: investimenti in
concorsi straordinari per garantire nuove assunzioni, andare oltre il turnover
che oggi non riusciamo nemmeno a coprire. È sul benessere organizzativo che
bisogna intervenire. Le malattie professionali sono in aumento, il personale è
sempre più anziano e sempre di meno. I suicidi tra i colleghi sono un triste
sintomo di una situazione insostenibile. Chi ha responsabilità di governo deve
occuparsi di questi temi, per davvero, e non solo per interesse di parte.
Abbiamo bisogno di strumenti diversi e tutele
concrete, a partire da un maggiore impegno salariale. Il contratto che abbiamo
oggi recupera solo un terzo del potere d’acquisto, lasciando intatto il gap
inflattivo che erode continuamente i nostri stipendi. Non c’è nulla che
riguardi la formazione, né la previdenza, né quella complementare. Senza
interventi urgenti, rischiamo di diventare i poveri di domani, una categoria
senza tutele.
Quelli che oggi lodano gli operatori delle forze
dell’ordine definendoli eroi da applaudire hanno ragione. La gratitudine deve
essere enorme, ma la gratitudine da sola non basta. Dietro ogni “eroe” ci sono
persone reali che soffrono condizioni di vita insostenibili. La situazione
abitativa è gravissima: molti lavoratori sono costretti a vivere in alloggi
indegni. I concorsi sono sempre meno appetibili, i salari sono bassi e i costi
insostenibili. Eppure, nessuna norma concreta arriva a migliorare la nostra condizione.
Abbiamo un regolamento disciplinare che risale al 1983, e uno di servizio
dell’anno successivo. Mentre il Paese va avanti, noi siamo fermi, e non
possiamo più tollerarlo.
Inoltre, voglio evidenziare un’altra questione
scandalosa che riguarda i nostri colleghi impegnati in missioni all’estero,
come quella in Albania. I poliziotti italiani che vigilano sui centri per
migranti sono da agosto 2024 senza pagamenti regolari. Questo è un esempio
lampante della disattenzione totale delle istituzioni verso il sacrificio dei
lavoratori in divisa. Non solo sono lontani dalle loro famiglie, ma devono
anticipare ingenti spese senza sapere quando e se verranno rimborsati. È
inconcepibile che il sacrificio dei nostri operatori venga trattato in questo
modo, mentre certi media dipingono questa missione come una “vacanza
retribuita”. È ingiusto, ma anche irrispettoso nei confronti di chi rischia la
propria sicurezza per garantirci la nostra.
E mentre la politica non si occupa di queste
problematiche concrete, continua a concentrarsi su misure inefficaci, che non
risolvono i veri problemi. Ritardi nei pagamenti degli straordinari, incertezze
legate al contratto 2022-2024, alimentano un clima di precarietà che non
possiamo più tollerare. Non è solo una questione di numeri e finanziamenti: è
una questione di dignità e di rispetto per chi serve lo Stato ogni giorno.
Basta con le strumentalizzazioni. È tempo di
passare dalla politica del dire a quella del fare. Le risposte che aspettavamo
sono urgenti e necessarie. Solo un impegno reale, che vada oltre le
dichiarazioni di facciata, può restituire dignità a chi ogni giorno si dedica
con sacrificio alla sicurezza di tutti.
La situazione in Basilicata è altrettanto
critica. Nella provincia di Matera, la carenza di organico rende il lavoro
delle forze dell’ordine sempre più difficile. La scarsità di commissariati di
pubblica sicurezza nella regione, con solo tre commissariati attivi (Melfi,
Policoro e Pisticci), fa sì che molte zone rimangano prive di copertura
adeguata, mettendo a rischio la tempestività delle risposte in situazioni di
emergenza. La proposta di elevare il Distaccamento della Polizia Stradale di
Policoro a Sottosezione ordinaria è stata ignorata. In assenza della polizia
stradale, i commissariati devono intervenire anche per gli incidenti, riducendo
la vigilanza nelle altre aree. Non ci sono stati interventi concreti da parte
delle istituzioni. È urgente un rafforzamento delle forze dell'ordine, non solo
nelle zone più popolate, ma anche nelle aree più isolate. La sicurezza non può
essere sacrificata e ogni cittadino ha diritto a sentirsi protetto, ovunque si
trovi.
La provincia di Matera ha bisogno di risorse
umane ed economiche. Il carico emotivo e fisico che ci troviamo a sopportare
non è più sostenibile. Il nostro compito è garantire sicurezza alla comunità,
ma senza adeguate risorse, senza una politica che investa nel benessere degli
operatori, non possiamo essere davvero al servizio di tutti.
Il referendum CGIL è un’occasione fondamentale,
non solo per abrogare leggi ingiuste, ma per lottare per una società più
giusta. Le leggi attuali hanno peggiorato le condizioni di vita dei cittadini e
aumentato la precarietà. Con il referendum, possiamo restituire dignità al
lavoro, opponendoci a una legislazione che favorisce licenziamenti illegittimi
e sfruttamento.
Lavoro, cittadinanza e sicurezza sociale sono
temi inscindibili, e il nostro impegno è costruire una società che riconosca il
valore del contributo di tutti i suoi membri. Perché, il lavoro non definisce
solo chi siamo come individui, ma come comunità. Un lavoro dignitoso è la base
di una società coesa.
Uniti per il lavoro, per la cittadinanza, per la sicurezza sociale.
È questo il nostro impegno, il nostro futuro. Il voto è la nostra rivolta!
Grazie a tutti per l’attenzione e l’impegno.
Segretario Provinciale Silp CGIL Matera Francesco DE FINA
POTENZA 28.02.2025
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